Cous Cous
"Cous Cous alla trapanese" più che un primo è un piatto completo. Si prepara con semola, incocciata dalle abili mani delle cuoche e cotta a vapore in una speciale pentola di terracotta smaltata. Ma il condimento, a differenza di quello magrebino (a base di legumi e carne di montone), è un brodetto di pesce misto (scorfano rosso, scorfano nero, cernia, pesce San Pietro, vopa, gallinella, lugaro, insieme a qualche gambero o cicala). Da provare in particolare a Trapani, Favignana e San Vito lo Capo.
In Sicilia, a Trapani (territorio con frequenti legami storici e sociali negli ultimi due secoli con Tunisia e Libia) e nelle zone limitrofe come Favignana, Marsala, Mazara del Vallo e San Vito Lo Capo, il Cous Cous (Cous Cousu in dialetto) è divenuto di uso quasi quotidiano. La semola è incocciata e poi cotta a vapore in una speciale pentola forata di terracotta smaltata. Ma il condimento, a differenza di quello magrebino, è la Ghiotta, un brodetto di pesce misto di scorfano rosso, scorfano nero, cernia, pesce San Pietro, vopa, gallinella, luvaro e anguilla delle saline della zona, insieme a qualche gambero o scampo.
Altra versione siciliana sono i "frascatuli", palline di semola impastata, accompagnati con brodo di pesce o zuppe di broccoli, ceci e verdure. Tale piatto esiste anche in Sardegna, cucinato alla stessa maniera e chiamato Fregula.
Il Cous Cous trapanese è inserito tra i Prodotti agroalimentari tradizionali siciliani riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, su proposta della Regione Siciliana.